KUZUSHI – TSUKURI – KAKE
Le tecniche di proiezione si possono articolare in tre fasi ben distinte che vengono denominate kuzushi (squilibrio), tsukuri (preparazione) e kake (proiezione).
Questo non significa naturalmente che vi debba essere una interruzione tra i tre momenti peculiari di una tecnica, il movimento va sempre eseguito con continuità e fluidità; ma ai fini didattici lo studio delle caratteristiche proprie di ciascuna fase porterà ad una miglior comprensione delle modalità di esecuzione della tecnica.
KUZUSHI
La trattazione dello squilibrio viene generalmente effettuata da un punto di vista strettamente topologico, prendendo cioè in considerazione soltanto le direzioni generiche verso le quali si può squilibrare uke. Da questo punto di vista si possono considerare otto direzioni principali (happo-no-kuzushi):
Questo diagramma illustra le otto direzioni verso cui si può squilibrare il corpo di uke. Non ci dice nulla però riguardo alla direzione verso cui l’effettuazione dello squilibrio risulterà più facilitata: per saperlo dobbiamo esaminare la situazione reale per valutare quali opportunità uke ci stia offrendo. Il nostro approccio a questa tematica ci consente di distinguere due casi, a seconda se uke sia fermo oppure si stia muovendo:
SITUAZIONE STATICA
Uke non si sta muovendo, non sta facendo nulla di utilizzabile, quindi non ci offre alcuna opportunità. Lo squilibrio si otterrà allora portando, con le proprie forze, il baricentro di uke fuori dalla base di appoggio. In questo caso sarà più facile effettuare lo squilibrio nelle direzioni in cui la base di appoggio è più stretta: perpendicolarmente alla linea che congiunge i suoi piedi. Diremo quindi che in questa situazione sfruttiamo la posizione di uke.
In questa situazione sarà generalmente opportuno cercare di ottenere da parte di uke almeno una reazione, una forza da sfruttare a nostro vantaggio. Si proverà a spingere od a tirare per provocare una istintiva reazione opposta nell’avversario. La posizione statica di uke non sarà quindi dovuta ad inattività, ma sarà un momentaneo arresto in seguito alla contrapposizione di due forze.
SITUAZIONE DINAMICA
Nel caso uke si stia muovendo, in avanti, indietro o lateralmente, risulterà molto più facile squilibrarlo, semplicemente esagerando questo suo movimento. Non sarà difficile portare il suo baricentro fuori dall’area di appoggio anche in una direzione dove questo richieda uno spostamento piuttosto ampio, poiché sfrutteremo la stessa energia cinetica di uke per squilibrarlo. L’azione andrà portata nella stessa direzione in cui uke si sta volontariamente muovendo. Diremo quindi che in questa situazione sfruttiamo il movimento di uke.
Esempio:
Sarà poi estremamente importante osservare come una parte delle tecniche di proiezione siano strutturate in modo da poter essere applicate nel modo migliore in una situazione statica, altre in una situazione dinamica: per poterle eseguire correttamente, nella forma fondamentale, occorrerà quindi comprendere bene a quale delle due opportunità vadano applicate.
TSUKURI
Lo tsukuri comprende tutti i movimenti preparatori necessari per adattare il proprio corpo alla posizione richiesta dalla tecnica: avvicinamento, tai-sabaki, flessione delle gambe, distribuzione del peso, ecc. Questi movimenti sono specifici per ciascuna tecnica e verranno studiati dettagliatamente in quell’occasione.
KAKE
La fase finale, conclusiva di una tecnica, si chiama kake. Anche in questo caso il movimento è specifico per ciascuna tecnica; possiamo però riportare alcune considerazioni generali sull’utilizzo della forza in questa fase. Generalmente l’allievo è portato a credere che l’utilizzo massimo della forza sia richiesto nella fase di kuzushi e che una volta squilibrato l’avversario non sia difficile proiettarlo; ma non è così. Le caratteristiche fisiche della nostra muscolatura implicano che uno sforzo massimale possa essere protratto solo per alcuni istanti: se noi impiegheremo tutta la nostra energia in fase di squilibrio, al momento del kake ci afflosceremo ed uke potrà facilmente recuperare l’equilibrio perso. Il nostro scopo non è di squilibrare uke ma di proiettarlo: la fase più importante, quella decisiva, è quindi il kake ed è in esso che dobbiamo concentrare tutta la nostra potenza. Nella fase di kuzushi invece non dovremmo aver necessità di usare molta forza poiché lo spirito del judo è proprio di sfruttare la forza dell’avversario: se così non è vuol dire che non abbiamo scelto l’opportunità giusta.
Spesso la bellezza di una tecnica è determinata proprio da questa esplosione di forza concentrata in un solo attimo. Per concludere poi la proiezione in modo esteticamente valido è opportuno, al culmine della traiettoria, lasciare che uke prosegua da solo, senza applicare ulteriore forza, in modo che la caduta avvenga in modo più lento e controllato. Questo non è ovviamente possibile in competizione perché uke ne approfitterebbe per girarsi in aria.